Lettori fissi

martedì 27 agosto 2024

Intervista a Romano Greco

 Prima domanda: Come è nato il personaggio di Sirio?

 

Avevo scritto dei racconti, anni prima, quando il lavoro mi concedeva ben poco spazio per altro. Poi, arrivato  al pensionamento, ho deciso di avventurarmi nella stesura di un romanzo e ho pensato a un thriller. Ma, a questo punto, chi sarebbe stato il protagonista? Volevo un personaggio originale. Sai che intendo, ci sono in giro troppi commissari e marescialli, troppi investigatori privati, troppi preti e arzille vecchiette e antiquari e medici patologi occupati a risolvere delitti. Casualmente sono incappato sul sito dell’università di Criminologia di Bologna ed è scoccata la scintilla. In letteratura, che io sapessi, non c’era alcun criminologo, quel “posto” era “vacante”. Si trattava adesso di dare al mio protagonista un nome, un aspetto fisico e una personalità. Lo volevo giovane e piacente ma non troppo perfetto (da qui il naso da pugile) e poi spigliato e arguto quanto basta per intuire trame scabrose.
 
Seconda domanda: Sirio cambia donna a ogni racconto o romanzo, c'è un perché al fatto di aver creato un criminologo Don Giovanni?
 
In effetti le ragioni sono due. La prima di coerenza formale: Sirio, simpatica canaglia, piace. La seconda è di necessità narrativa. Mi spiego: Il giovanotto è un professore, non un poliziotto o un magistrato, in teoria non dovrebbe prendere parte attiva a indagini di polizia. Può avere incarichi di consulenza (dal pubblico ministero o dalla difesa) ma, consegnata la relazione, “arrivederci e grazie”. Ecco dunque che a ogni nuova storia mi trovo nella necessità di studiare un “artificio” affinché abbia un motivo per indagare. In “Una lavagna di candida pelle” viene chiamato in causa in prima persona, dal momento che la vittima è sua sorella. In “ODIO” interviene, in vece del suo amico e mentore Anselmo Urbani, per scagionare un magistrato accusato ingiustamente di corruzione. In “Indagini nel web oscuro” assiste casualmente al recupero di un cadavere dal Tevere. In “Chi muore si salva” una sua ex allieva, divenuta giudice, lo coinvolge in maniera non ufficiale. In “Violenza privata” è un’assistente sociale (sua compagna del momento) a chiedergli aiuto. Vedi bene che se fosse un maresciallo o un commissario tutto sarebbe più semplice.
 
Terza domanda: Sirio è il protagonista di tutti i tuoi libri, come mai a un certo punto hai deciso di scrivere sia romanzi che racconti? E cosa ti piace scrivere di più tra i due generi?
 
Per scrivere “Una lavagna di candida pelle” ho impiegato cinque anni. Puoi immaginare le difficoltà. Per una vita avevo lavorato in un ambito ben lontano dalla letteratura e dal mondo della polizia giudiziaria. Problemi a ogni riga, credimi. Questo ha comportato un gran numero di tentativi, pagine su pagine scritte e poi, per un motivo o per l’altro, non utilizzate nel romanzo. Molto di questo materiale, rimaneggiato, è entrato a far parte dei racconti di “Indagini sulla morte di Betty” e molto altro per avviare la stesura di “ODIO”. Personalmente preferisco lavorare sui romanzi. Partire da una parola, da una sensazione per costruire una storia complessa, è stimolante. I racconti! Ho già spiegato la genesi di “Indagini sulla morte di Betty”, per “La signora americana” lo spunto mi è stato dato da un libro che avevo appena letto (“Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” di Mark Haddon – libro bellissimo che consiglio) e che parla di un bambino autistico determinato a scoprire chi ha ucciso il suo “amico”. Anche per “La memoria della carta” l’imput mi è stato dato da libri che avevo letto: del maestro Camilleri, questa volta; più precisamente dalle indagini che lui definiva “sul filo della memoria” (in “Il cane di terracotta” e in due racconti de “Gli arancini di Montalbano”, se ricordo bene). “Piccoli crimini innocenti” sono invece 19 racconti che avevo scritto in passato e che ho riadattato per Sirio (Se sei curiosa, sul mio blog – https://romanogreco.blogspot.com/search/label/Una%20collina%20sospesa%20-%20Racconto – trovi la versione originaria de “Una collina sospesa”, scritta prima che Sirio nascesse! Poi rielaborato e confluito nella raccolta).
 
Quarta domanda: Hai mai pensato di ambientare i tuoi scritti anche fuori Italia?
 
In effetti in “Indagini nel web oscuro” il nostro Sirio è costretto a correre un bel po’ per l’Europa. Contrariamente a quanto verrebbe da credere leggendo il titolo si tratta di un romanzo d’azione. In breve (in effetti si tratta di un libro di 360 pagine), la trama è questa: Si susseguono omicidi di giovani hacker in Italia, Francia e Spagna e Sirio si ritrova a dar la caccia ai killer che ne sono gli autori.
 
Quinta domanda: Scriverai altri libri con un protagonista diverso?
 
Ho in mente una storia. Me la sto costruendo nella testa, come faccio sempre prima di mettermi alla tastiera. Intanto sto lavorando al seguito di “ODIO” (ho scritto un centinaio di pagine e ne mancano – immagino – almeno duecento) e dopo? chi sa?
 
Sesta domanda: Com'è il tuo rapporto con noi lettori e blogger? Hai trovato difficoltà nelle collaborazioni o con qualche recensione?
 
Sarò fortunato? Ho incontrato sempre persone carinissime. Certo, su Amazon, qualche stellina solitaria a volte capita, ma poi la media si avvicina sempre alle 4 su 5. D’altra parte non si può essere nei gusti di tutti, immagino.
 
Settima domanda: A leggere recensioni negative cosa provi? Cioè accetti ben volentieri pareri negativi?
 
Esamino le recensioni con grande attenzione. L’opinione dei lettori è importante e mai da sottovalutare. Sono convinto che si impari molto dal senso critico delle persone.

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